Diala, disegni per raccontare la Siria

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dialaBrisli(di Caterina Pinto).

C’è un prima e un dopo nella vita artistica (e non solo) di Diala Brisly e – come è facile immaginare – il punto di demarcazione è rappresentato dallo scoppio della rivoluzione siriana nell’ormai lontano marzo 2011.

La rivoluzione ha cambiato il suo modo di disegnare: a una fase più realistica è subentrato uno stile legato invece al mondo dei fumetti e ai libri per bambini. “Con la rivoluzione – racconta in un’intervista con SiriaLibano − ho iniziato a disegnare per il solo scopo di raccontare quanto accade, per necessità, per veicolare un’idea, per esprimere il dolore. I miei lavori erano pieni di sentimenti che non avevo mai provato prima”.

Diala Brisly è un’artista e illustratrice siriana nata in Kuwait. È diventata famosa quando nel luglio 2013 il suo disegno a sostegno delle detenute nel carcere di Adra in sciopero della fame si è diffuso sui social network in modo virale.

“Prima della rivoluzione mi sforzavo per trovare un’idea per disegnare, dopo, invece, le idee hanno cominciato a balzarmi nella mente”, racconta.

“Per esempio, quando ho disegnato la donna con il cucchiaio annodato per raccontare lo sciopero della fame nella prigione femminile di Adra, stavo facendo colazione e non ne avevo alcuna voglia. A un certo punto ho guardato il cucchiaio e l’ho visto annodato. Allora ho lasciato la colazione e mi sono messa a disegnare in solidarietà con le donne coraggiose in prigione”.

All’inizio della rivoluzione Diala Brisly ha aiutato a disegnare e distribuire volantini. È stata catturata e picchiata durante le manifestazioni, ma ha avuto la fortuna di non essere mai arrestata. Nel 2013 ha deciso di lasciare il suo Paese perché si sentiva impotente e incapace di fare qualcosa di utile. Prima si è trasferita a Istanbul e poi in Libano, dove ha iniziato a lavorare nei campi profughi in progetti artistici con i bambini. “L’arte è una finestra nuova per loro”, dice. Attraverso i disegni, i bambini hanno modo di dare espressione alle loro paure, ai loro sogni, alla loro tristezza e ai loro bisogni. Per alcuni di loro, senza elettricità, senza la scuola, senza televisione né Internet, senza alcun confort della modernità, i libri e le riviste illustrate rappresentano l’unico lusso che hanno.

Bambini e figure femminili dagli occhi grandi e i capelli fluenti sono i protagonisti quasi assoluti dei suoi disegni, accanto ad animali e mostri fantastici. I pennarelli, le matite colorate, e gli acquerelli contribuiscono a un risultato che ricorda molto lo stile dei cartoni animati. “Non amo le opere realistiche prive di immaginazione – spiega − perché assomigliano troppo alla fotografia. Il mio pittore preferito è Gustav Klimt, perché ha uno stile particolarissimo, tra il reale e il surreale”.

Diala Brisly è una dei tanti siriani che elude la classificazione polarizzata propagandata dal regime, secondo cui l’alternativa ad Asad è la violenza dell’Isis. Considera il suo lavoro di illustratrice come strumento dell’attivismo pacifico contro ogni forma di violenza, un modo per gettar luce su quanto accade in Siria. “Chi guarda un’illustrazione poi prova a capire cosa c’è dietro” – dice.

E continua: “È vero, l’arte non può liberare un Paese, come mi ha detto una volta un ragazzo dell’Esercito libero, e non può fornire una soluzione. Mostra, però, i problemi in modo diverso e non necessariamente documentaristico e fa arrivare la nostra voce umana e politica all’esterno”.