File 11-09-17, 22 16 28

La pulizia etnica che sta avendo luogo in Myanmar ( ex Birmania) nel silenzio stampa dell’informazione mainstream e con l’avallo delle autorità del paese, ha origini lontane Colpisce un milione di musulmani di etnia rohingya presenti nel territorio da secoli già discriminati al punto da non avere accesso alla cittadinanza e da essere privati dei diritti più elementari. Una ventina di anni fa un monaco buddista fondò un movimento di tipo esclusivista e fondamentalista chiamato Movimento 969,(i numeri che si riferiscono alla purezza del buddismo). Ufficialmente si definiscono non violenti ma in realtà in combutta con l’’esercito sono autori di un genocidio che ha visto in poco tempo fuggire dal paese 635 mila profughi, rifugiatisi nel vicino Bangladesh dove sono stati accolti in campi ed hanno ricevuto l’aiuto di alcune ONG tra cui l’Islamic Relief ed il governo turco. Il premier Erdogan e la moglie Amina si sono recati ufficialmente sul posto a distribuire denaro e aiuti sanitari per la popolazione stremata . Le vittime del genocidio sono migliaia, soprattutto donne e bambini, e dai luoghi della tragedia arrivano video e foto che dimostrano assoluta assenza di umanità da parte dei carnefici. Preghiamo Allah swt che accolga nel Firdaws le vittime pure ed innocenti, che perdoni la nostra distrazione e accetti quel poco che possiamo fare. Questo  ennesimo genocidio che segue quelli di Palestina, Centrafrica,  Bosnia non ci porterà mai a rispondere con la stessa moneta.  L’Islam è pace e i carnefici colpiscono con questi atti l’umanità intera e la dignità del genere umano La comunità mondiale buddista ha già ufficialmente condannato questi atti terroristi che nulla hanno a che fare con chi crede ma solo con la loro ideologia nazistoide e suprematista. Chiediamo alle autorità internazionali ed al governo italiano di fare tutto il possibile per fermare il massacro ed apprezziamo le parole del Papa e di altri personaggi pubblici che hanno solidarizzato con le vittime Chiamiamo la Umma alla mobilitazione generale insieme agli amanti della pace per la risoluzione pacifica della situazione ed il ritorno della concordia tra tutti i birmani. Stigmatizziamo il silenzio di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, come del resto hanno già fatto Muhammad Yunus (il banchiere dei poveri) ed il Dalai Lama.

Salam

Amina Salina

041441504-a2d7e958-f7a1-4982-a486-8cf6f5d7dc13