Della Prof.ssa Chiara Sebastiani

Ci è voluto un vecchio saggio come il prof. De Masi che non ha mai avuto paura di essere anticonformista ed ha una certa inclinazione ad andare alla radice delle cose al di là dei formalismi accademici per ricordare in tutta semplicità – durante la puntata di Tagadà nella quale si è discussa la promessa elettorale di Salvini di chiudere tutti i centri islamici – che per ogni credente Dio viene prima dello stato “altrimenti non esisterebbe il martirio”.

Obiezione di coscienza

Del resto lo stato italiano questa esigenza la riconosce esplicitamente attraverso quei provvedimenti legislativi che riconoscono il diritto alla “obiezione di coscienza” a fronte di obblighi che possono generare conflitto tra la legge degli uomini e la legge di Dio, due in particolare: il servizio militare e gli interventi abortivi. Ricordiamo che il diritto all’obiezione di coscienza è stato riconosciuto finché è esistita la leva obbligatoria e consentiva di prestare un servizio civile alternativo a cattolici o quaccheri, pacifisti o anarchici indistintamente mentre il diritto di non praticare aborti all’interno del servizio sanitario nazionale è stato fortemente voluto dai cattolici a seguito della legge che l’aborto ha legalizzato e statalizzato.

Antigone e Creonte

Ma tanto per restare all’interno dei “valori occidentali” con i quali l’islam sarebbe incompatibile, ricordiamo la figura mitologica di Antigone, protagonista non solo dell’omonima tragedia greca di Sofocle ma di innumerevoli altre opere teatrali, letterarie, poetiche nonché di secoli di dibattito filosofico e politico. Antigone è la giovinetta che disobbedisce al divieto dello zio Creonte, re di Tebe, di dare sepoltura al fratello Polinice morto durante una micidiale guerra civile che ha messo a ferro e fuoco la città e considerato traditore della patria. Creonte vuole punire la ribellione alle leggi dello stato; Antigone invoca la legge divina che impone la pietas per i morti. Fino ad oggi la voce pubblica si divide tra i fautori delle ragioni di Antigone e quelle di Creonte e credo che i primi costituiscano la larga maggioranza, non fosse che perché Antigone ha dalla sua tutte le donne ma esistono anche voci qualificate (tra cui Cacciari se non ricordo male) che difendono le ragioni di Creso.

Religione e politica

Oggi l’islam porta in occidente la sua visione del rapporto tra religione e politica, Dio e stato, cioè la sua risposta ad una questione che esiste da quando esiste la “civiltà occidentale” e mai è approdata ad una Weltanschauung unitaria ma ha elaborato, nel corso dei secoli, compromessi mutevoli, patti che garantissero insieme libertà di coscienza e di culto e convivenza pacifica e civile. Storicamente di simili patti i paesi convertiti all’islam hanno fatto esperienza non meno degli imperi e stati occidentali: basti ricordare il Patto di Umar. Ha dunque più che ragione l’imam Mohamed Ben Mohamed quando afferma che tali argomenti non dovrebbero essere branditi come clavi in campagna elettorale ma bensì fare oggetto di dibattiti approfonditi tra persone informate o desiderose di informarsi: ciò sarebbe un bene per tutti coloro che, nativi o migranti, vivono sotto la medesima costituzione italiana.