Islam (?) in love

Islam in love

E’ uscito il libro “Islam in love”, di Rania Ibrahim, un libro in cui a nostro parere, non c’è alcuna traccia di autentico Islam, ma solo la solita, insopportabile volontà di piegarsi ai ben noti stereotipi laico-occidentali sui rapporti fra sessi. La sorella Donatella Amina ha sentito il bisogno di commentare come segue:

“Come. al solito parlando di Islam va di moda il falso femminismo Finché si parla di contrastare la violenza non solo va bene, va benissimo.Anni di battaglie per promuovere a livello globale i diritti della donna senza assimilarsi al modello occidentale consumista non hanno chiarito le idee di molte presunte femministe di origine musulmana o no. Per noi il Santo Corano e’ il Furqan , il Discrimine che ci insegna a cogliere il bene e a respingere il male e nessuna legge umana potra mai trasformare il male in bene.Sono anni che con la scusa di combattere tradizioni aliene all Islam si contrabbanda per lotta femminista l’acritica e piatta adesione all ideologia occidentalista secondo la quale tutto e’ permesso a tutti e la felicità sta esclusivamente nel liberarsi di ogni dogma e soddisfare qualsiasi desiderio anche contro natura. Si mescolano religione, tradizione e risposte piu’ o meno identitarie per veicolare un “islam” addomesticato di sole ibada. E allora io non ci sto. È di qualche settimana fa la polemica innestata nei confronti di presunti padri musulmani che imporrebbero la verginità fisica alle figlie fino al matrimonio o impedirebbero loro le nozze con un non musulmano, tutto ciò secondo Rania Ibrahim retaggio di una tradizione aliena al libero Occidente. Sarebbe solo in pratica, per una specie di rigurgito identitario, ,patriarcale o tribale. Eh no, cara mia, l’Islam à la carte non esiste. Qui i padri c’entrano fino ad un certo punto, c’entra l Islam che non è semplicemente culto ma è vita vissuta. La castità per maschi e femmine intesa come disposizione spirituale e poi fisica è richiesta da Allah swt prima che dai genitori come requisito essenziale per chi vuole essere coerente con la propria pratica religiosa, che sia o non sia arabo. Sia detto tra parentesi anche le brave suorine salesiane questi principi ce li ficcavano in testa a piu non posso dai sette anni di età in su ed assolutamente a ragione. Per quanto riguarda il secondo punto è Allah swt, sempre nel Santo Corano, che raccomanda ai musulmani di non dare le figlie in spose agli associatori. Su questo principio c’ è l’Ijma degli Ulema da 1300 anni ed anche qui i padri non c’entrano un fico secco. Il migliore dei padri, il Profeta Mohammed (slws) dovette assistere alla separazione della figlia Zeynab (a.s.) dal marito politeista nonostante l’uomo fosse una brava persona ed il matrimonio durasse da anni e fosse riuscito. Prima della discesa del versetto che sancì la separazione della coppia, (lui abbracciò l’islam l’anno prima della dipartita dell’amata Zeynab ), c’erano stati anni di felicità. Il Profeta slws non obiettò nulla ma lasciò libera scelta a lei ed alle altre sue figlie. Quindi almeno in questo caso il patriarcato è innocente, e il tentativo di sviare le giovani dalla retta via convincendole ad abbracciare una pratica religiosa inautentica ed a vivere una vita falsa non andrà in porto, Insh Allah.

Anche se chi scrive simili corbellerie portasse il velo nessuna donna musulmana potrebbe accettare nel suo stile di vita la cosiddetta liberta sessuale o l’omosessualità, oppure un matrimonio contro la Sharia. Sono piuttosto i giovani musulmani che dovrebbero sforzarsi a prender moglie, anche piu di una, ed essere buoni mariti e non farfalloni, rispettando sinceramente le donne e  diventando mariti ideali per ogni brava ragazza. Questo fa parte integrante del Din. Detto cio’, esiste una fatwa che autorizza le neomusulmane a non lasciare il marito in determinate condizioni ma non e’ valida per le giovani che sono in eta’ di matrimonio e che non possono rischiare di rovinare la loro religione per un sommovimento ormonale che passa essere controllato con un po’ di forza di volontà. E adesso,voglio vedere chi avrà il coraggio di darmi della talebana.

salam amina salina”