Moschea per donne cercasi

Moschea per donne cercasi

La mattina dell’Eid mentre mandavo e ricevevo messaggi di auguri a non finire, ho ricevuto un audio circa 4 minuti in cui un’amica di Modena, arrabbiata e disgustata, mi narrava la situazione dell’area per la preghiera delle donne quella mattina. Riflettendo su quel messaggio di pochi minuti ho capito che la situazione è davvero grave e sta degenerando sempre più, giorno dopo giorno.

Il problema è grave perché oramai la Sunna non esiste quasi più, cancellata da chi pensa di fare dell’Islam una questione di fai-da-te. La Sunna, a titolo informativo, prevede che i maschi si siedano dalla prima fila arretrando e le femmine dall’ultima fila avanzando, senza mura, divisioni o altri scempi alla sacra tradizione insegnataci dal Nobile Profeta Muhammad Pace e Benedizione su di lui.
Altro scempio sono le moschee dove non si organizza uno spazio per le donne, una vergogna per la comunità islamica locale e imbarazzo per chi deve poi spiegare la motivazione e spesso una motivazione non c’è. Non si chiede molto bastano anche pochi posti affinché anche una donna possa beneficiare della ricompensa della visita alla moschea.
Un piccolo problema che nasce da un principio di mancanza di educazione islamica e civica, e dalla perdita del valore della moschea: non è più un luogo sacro e puro, ma solo un luogo d’incontro, nella mente di diverse, ma non di tutti.

Femmine e maschi hanno diritti e doveri nell’Islam che equiparano i ruoli, diversi sono i passi nel corano che ci mostrano ciò e celebre è il versetto in cui Allah dice nel Sacro Corano nella Sura 33. Al-Ahzab al versetto 35 “In verità i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l’elemosina e quelle che fanno l’elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa.”[1], però bisogna aggiungere un appunto, che le femmine hanno un ruolo più importante all’interno della società, ovvero sono a contatto con i figli molto più che i padri. La madre svolge spesso un ruolo educativo molto più attivo e frequente, non è una questione sessista, ma quello che la società è; a maggior ragione bisogna pensare che se la donna non ha uno spazio nella moschea, come potrà educare i suoi futuri figli senza però precludere il ruolo fondamentale e costante del padre.

Allora bisogna porsi una domanda chiara e semplice: le donne sono discriminate? La risposta è un netto si, bisogna dirsi la verità senza tanti giri di parole. Le donne subiscono questa discriminazione di cui ne l’Islam, ne le fonti dell’Islam: Corano ed insegnamenti profetici, hanno colpa. La colpa è da attribuire in anzitutto all’ignoranza che colpisce anche e soprattutto noi musulmani, ignoranza che vediamo diffondersi sempre più nella società senza distinzione di etnia e religione però. Quest’ignoranza sull’Islam da parte dei musulmani è dovuta anche alla forte censura dell’Islam nei loro Paesi d’origine, alla voglia di fare le cose fai-da-te, agli imam e alle guide religiose che spesso parlano di problemi mondiali o problemi delle scuole pensiero che solo pochi posso capire e comprendere; dimenticandosi dei problemi reali e più importanti che riguardano una comunità locale, problemi che possono apparire piccoli, ma che con gli anni diventano sempre più grandi. Colpa da attribuire anche alle dirette interessate che spesso di questo problema se ne fregano nel silenzio più assoluto.
Le donne stanno bene nei mercati, nelle case a chiacchierare, in televisione nei talk show dove posso dire qualcosa di interessante e magari dare bella figura ai musulmani; ma all’idea di una donna in moschea si storce (quasi) sempre un po’ il naso.

Ci potrà essere un problema culturale, del bagaglio culturale che ci si porta addietro, non si mette in dubbio ciò e quindi per chi è immigrato il problema quasi non sussiste. Ci possono essere problemi logistici, ma tutto è risolvibile se si vuole. Ma il problema si fa maggiormente sentire con le nuove generazione, ragazze nate e/o cresciute in Europa e nello specifico in Italia, il sempre più crescente numero di ragazze e donne europee ed italiane che scelgono come loro fede l’Islam, che vorrebbero un ruolo nella moschea, un concetto di vita religiosa attiva, poter partecipare alla preghiera del venerdì, alle lezioni settimanali e agli eventi con ospiti. Un qualcosa che all’epoca del Profeta Muhammad Pace e Benedizione su di lui risultava normale, ma che oggi è andato perso perché alle tradizione sacra si è preferito la tradizione popolare.

Una pappardella di critiche, ma una soluzione è possibile? Certamente, anzi tutto bisogna abbandonare le credenze popolari e seguire gli insegnamenti del Profeta Muhammad Pace e Benedizione su di lui, seguire gli insegnamenti dei Compagni del Profeta Allah sia soddisfatto di loro. Bisogna informarsi correttamente su quello che è l’Islam e a nostra volta informare le persone attorno a noi.
Non bisogna cercare lo scontro generazionale o etnico, ma bensì soffermarsi a capire con rispetto del perché si fa una certa cosa e provare a mediare e trovare la soluzione migliore e non la meno peggio che spesso va in contrasto con le nobili regole dell’Islam.
Soprattutto a noi giovani sta questo compito, attivarci per migliorare giorno dopo giorno la situazione. Abbiamo tutti i mezzi a disposizione per poter rendere la situazione migliore ed  è per questo che non dobbiamo tirarci indietro.

Non è un compito facile come nulla è facile nella vita, ma basta solo della buona volontà e riusciremo a risolvere anche questo e molti altri problemi.

 

Chiara Sebastiani:

Sottoscrivo totalmente!!
Ho avuto la stessa esperienza a Milano il giorno dell’aid in una moschea di via Padova. Era strapiena perche’ come sapete quest’anno il comune di Milano ci ha negato l’Arena.
Lo spazio delle donne era piccolissimo, complrtamente chiuso e separato, solo degli altoparlanti malfunzionanti e tanto rumore per i neonati che piangevano e i ragazzini piu’ grandi che giocavano. Non si sentiva  l’imam, non c’era nemmeno spazio per fare sujud, a malapena si capiva dov’era la qibla.
Poi le donne hanno iniziato a litigare gridando: allora si e’ aperta una porticina e un fratello si e’ affacciato per rimproverarle (toh, allora uomini e donne possono anche guardarsi…)

Ho intravisto cosi lo spazio degli uomini. Spazioso, curato, luminoso, gli uomini on file ordinate recitavamo il takbir. E non volevano sentire gli strilli delle donne. Avevamo ragione – ma di chi e’ la colpa se le donne si comportsno cosi?
Della loro natura o delle “tradizioni popolari” di cui parla il fratello e che a molti uomini fanno comodo?

Cosi si tengono le donne nell,’ignoranza con la scusa che “a loro va bene cosi’, che sono loro a volere spazi separati dove chiacchierare.
Be’ anche i bambini se li si lasciasse fare non andrebbero a scuola perche’ preferiscono giocare…