Amina Donatella Salina

Qualche giorno fa a Seul il Governo coreano ha concesso la cittadinanza onoraria ad una ventina di stranieri residenti nel paese per meriti artistici e culturali . Tra questi un giovane Project Manager  pachistano, Zayd Hussein, giunto nel 2008 in Corea del Sud dal Pakistan con una borsa di studio offerta dal Governo coreano ai giovani dei Paesi poveri. Dopo essersi brillantemente laureato in Ingegneria Zayd  ha deciso di dedicarsi a progetti di imprenditoria giovanile per la comunità  musulmana ed è  riuscito ad aprire da qualche anno il primo  negozio halal nel cuore del quartiere multietnico di Itaewoone per i pochi musulmani che vi abitano.  

Zayd però non era certo il tipico immigrato che si accontenta di stare 18 ore al giorno alla cassa del suo negozio senza interessarsi di ciò  che avviene non solo nella sua comunità ma nel suo Paese di adozione e nel resto del mondo. In una recente intervista ad una tv del Pakistan ( paese di cui è  stato ambasciatore durante le Olimpiadi del 2018) ha spiegato che il suo obiettivo è  sostenere il suo Paese dal punto di vista economico e anche politico favorendo buoni rapporti tra le diverse culture. Razzismo e xenofobia infatti cominciano ad esistere in alcuni settori sfavoriti della popolazione coreana a causa dell’ improvviso moltiplicarsi dei cittadini di origine straniera in un paese etnicamente molto omogeneo. Così, nel solco della migliore tradizione musulmana classica, Zayd ha affiancato  al commercio l’ attività  filantropica.  ed è stato recentemente nominato cittadino onorario di Seul in riconoscimento dei suoi sforzi per avvicinare i musulmani alla cultura coreana

In vent’anni Zayd ha creato un ristorante halal, sempre a Seul, con prodotti  certificati halal provenienti da tutta l’ Asia musulmana e dal Medio Oriente. La sua attività di è allargata insieme alla comunità  musulmana coreana che conta ormai mezzo milione di musulmani con decine di piccole moschee e musalla sparse in tutto il Paese . Fautore del dialogo e di una integrazione alla pari nel rispetto assoluto delle norme shariatiche oggi è  anche un ascoltato ospite televisivo di una trasmissione dedicata alle altre culture in cui spiega le norme relative al cibo halal alla luce della scienza moderna . Dimostra così che l’ islam è una fede universale e che i musulmani non devono avere paura delle altre culture. Ricordiamo che i primi musulmani cinesi abbracciarono la nostra splendida religione pochi anni dopo la morte del Profeta senza cessare di essere cinesi e senza rinunciare alle loro consuetudini nella misura in cui queste non si oppongono al senso del Messaggio. (DS)

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