Amina Donatella Salina

In questi ultimi tempi la Umma italiana ed in particolare quella fascia di giovani e giovani adulti che va dai 18 ai 35 anni è  in fermento in una maniera che non avremmo mai immaginato fino a qualche anno fa.

Eravamo persuasi che la crescita della Umma potesse essere possibile unicamente militando nelle associazioni giovanili che gravitano attorno alle moschee.  Ma queste associazioni non crescono abbastanza e rimangono comunque di nicchia mentre il grosso della gioventù 2G più o meno praticante o che comunque si autodefinisce musulmano/a preferisce, insieme ai nuovi musulmani,  seguire  altri percorsi virtuosi.  Per anni ed anni l’islam si è  strutturato seguendo diverse ispirazioni – dividendosi tra neosalafiti, tradizionalisti, fratelli musulmani e sufi – senza quasi nessuna forma di collaborazione tra queste sue diverse anime, mentre gran parte della Umma organizzata si spendeva invece nel dialogo con le Chiese cristiane, in una posizione spesso scomoda e subordinata,  raramente comunque in un ambiente favorevole.

Negli ultimi anni però gli orientamenti della Umma organizzata sono cambiati,  anche perché  alcuni interventi esterni come quello dell’ Arabia Saudita si sono fortemente ridimensionati mentre al suo interno è aumentato notevolmente il numero ed il peso di giovani colti che vivono qui in Italia. Ed alcuni fenomeni hanno cominciato ad emergere in modo peculiare come quasi tutto ciò che avviene nella Umma italiana.

In primo luogo diversi fratelli e sorelle hanno capito che è  possibile unire la pratica religiosa con la riuscita professionale senza chinare la testa  e non sono affatto disposti  a farsi emarginare. A differenza di molti giovani italiani che non si mettono in gioco loro sono disposti a fare grossi sacrifici, sostenuti dalle loro famiglie, per emergere senza trascurare né i doveri religiosi né le aspettative familiari.  E senza rinchiudersi nell’idolatria del denaro e del potere. Sono quella fascia di giovani musulmani che reagiscono attivamente e positivamente alle difficoltà di vivere in un società edonista e priva di afflato spirituale, cercando di dare risposta alle  esigenze ed alle domande di chi cerca, insieme ad una vita migliore, anche  la Verità  e la salvezza.

In secondo luogo, a differenza dei loro cugini francesi spesso prigionieri di battaglie ideologiche tra le varie anime dell’islam, essi hanno capito che la lotta contro il neocolonialismo, il razzismo, l’assimilazionismo e l’islamofobia si combatte assieme, tutti uniti a prescindere dall’orientamento scolastico e giurisprudenziale; e che senza un travaso di Sapienza condivisa non si cresce. La salvaguardia  dell’unità  della Umma è  un valore assoluto raccomandato dai Sapienti di tutte le epoche. E spero vivamente che questi giovani colti e sensibili siano disposti ad archiviare un certo islam autoprodotto figlio di cattive letture e scarsa  comprensione del Messaggio per costruire diverse interpretazioni accettabili del Messaggio qui in Occidente.

Il loro entusiasmo e la loro determinazione sono commoventi e vanno sostenuti. Viceversa tutto ciò  che ha trasformato la nobile e pura immagine della nostra fede in una rappresentazione vuota va spazzato via se vogliamo veramente crescere. La qualità  degli insegnanti è  fondamentale. Se l islam fosse un frutto che dobbiamo mangiare nessuno chiederebbe un parere a chi ha solo odorato la buccia di quel frutto.  Eppure siamo andati avanti così per anni: molti per ignoranza  hanno seguito pessimi gruppi su Fb o WhatsApp, dove si invitano i nuovi musulmani a rompere con la propria famiglia di origine in quanto kuffar e non esseri umani oppure, dalla parte opposta, dove si ammette l’imamato delle donne nelle moschee o si dà  la parola ad imam gay.  Abbiamo accettato usanze discutibili e visioni del mondo aliene fatte passare per religione; oggi la maturazione della Umma passa anche attraverso il superamento di tradizioni portate dall’oriente, che nulla hanno a che fare con la freschezza del Messaggio.

Finalmente si stanno producendo le basi perché  la comunità  produca senso e cultura indipendente, superando le posture ideologiche,  le takfirizzazioni  ridicole, l’arabizzazione dell’aspetto esteriore mentre il cuore resta di pietra, la scarsa coerenza tra ciò  che si dice e ciò  che si fa, le assurde lotte per un potere che appartiene ad Allah e non certo ai Suoi servi, il piegarsi alla dittatura della maggioranza per il quieto vivere.

Se vogliamo costruire sulla roccia e non sulla sabbia dobbiamo tornare più spesso allo spirituale che dovrebbe essere la leva delle nostre azioni quotidiane come la fonte dei pensieri giornalieri. L’ amore per Allah, la rettitudine personale e lo sforzo per mantenersi  sani da tutti i punti di vista sono tutto ciò  per cui ci alziamo la mattina accettando di vivere in una società che pur offrendo opportunità  in fondo ci respinge. Una società, ciononostante, per la quale lungi dall’essere un corpo alieno – o addirittura degli stranieri a casa nostra – possiamo essere antidoto contro i veleni dell’idolatria del potere e del denaro.

 Che Allah ci perdoni quello che abbiamo costruito in questi trent’anni: è  poco rispetto a quello che meriterebbero questi giovani che hanno bisogno di un retroterra di persone con esperienza che li sostenga senza paternalismo e con amore .Essi sono i fiori del nostro giardino: per loro le nostre preghiere e le nostre suppliche. Che Allah accetti e li benedica.(D.S.)

Da La Luce, 12 – 8 -2020. Ultima modifica dicembre 2020

Lascia un commento