di Amina Donatella Salina

Quando andate in un caffè  o preparate in casa questa bevanda con la Moka o con la napoletana avete mai pensato che ’uso del caffè  è  arrivato in Europa grazie all Impero Ottomano ? Il caffè  è  originario di una piccola provincia del sud est dell Etiopia la cui capitale si chiamava Kaffae. L’ arte della tostatura dei chicchi e della preparazione di questa bevanda in una minuscola anfora di terracotta è prerogativa della cucina tradizionale etiope ed Eritrea. L etimologia della parola qahwah è  alquanto controversa. Infatti deriverebbe da una radice araba che ha diversi significati come dare energia, svegliare  o simili La parola araba qahwah è  stata tradotta in turco con Hahve che è  diventato nelle lingue europee cafe,  caffe  o coffe.

Le bacche della pianta del caffè originarie dell Etiopia furono scoperte dai sufi yemeniti della Tariqa Shadiliyya verso il XIV secolo come bevanda energizzante che veniva usata per restare svegli durante le lunghe sedute notturne di dikr Esistono diverse leggende a proposito Secondo una di esse un pastore chiamato Kaldi che pasceva le pecore nello Yemen notò  che esse erano più attive e sveglie quando mangiavano le bacche rosse dell arbusto del caffè  e provò  a farne un infuso. Portò quindi alcune bacche presso una tekke di sufi Shadili che trovarono buono l infuso e cominciarono ad usarlo. Poi scoperta la tostatura dei chicchi ad opera dei Persiani  il caffe si diffuse rapidamente nei paesi musulmani dove veniva usato come energizzante per i dotti e gli studenti chini nelle lunghe notti di studio e di preghiera. Dallo Yemen  si diffuse in breve tempo in Arabia dove veniva servito nelle veglie e nelle feste musulmane tradizionali. Durante le sedute di dikr mentre si beveva il caffe veniva ripetuto 116 volte il Nome Ghani ( il possessore di ogni forza ) Infatti tradizionalmente il pio SheikhAbulHassan Al Ali IbnUmarasShadiliche risiedeva proprio in Etiopia ospite della dinastia Suleymanide avrebbe assaggiato l infuso promuovendone l uso tra i dervisci. Ed è  proprio lui infatti il patrono dei commercianti di caffe secondo l organizzazione tradizionale in cui si struttura il commercio nell Impero Ottomano seguendo i principi della Cavalleria Musulmana .

La bevanda accolta dapprima con un certo scetticismo come accadde più tardi per il the verde in Marocco divenne ben presto molto popolare in una forma simile a quella che beviamo in Italia cioè  non eccessivamente allungato ma abbastanza forte per tenere svegli la notte.  Ed in Egitto AhmetPasha fece aprire decine di caffe durante il suo mandato per diventare più popolare . Al Cairo il primo caffè venne aperto a metà  del XVI  secolo e ben presto i locali si moltiplicarono e divennero luogo di riunioni e discussioni filosofiche politiche e letterarie. Per esaltare il caffè  il pio Abu BajrIbn Abdallah AsShadili scrisse addirittura una qasida.

Per evitare  che esercitassero influenze nefaste sulla morale o che diventassero focolai di sovversione, i sovrani dell Egitto mandarono ulema (sapienti) ed altri esperti di religione a fare prediche e conferenze dentro i caffe, abitudine che fu ripresa successivamente dalla Fratellanza Musulmana che vi si recava per istruire gli ignoranti in fatto di religione affinché  tornassero a praticarla. Nonostante il caffe non abbia alcuna funzione inebriante tantomeno stupefacente le reazioni di alcuni esponenti religiosi iper conservatori fecero si che in Egitto in Turchia ed anche a Roma questa bevanda fosse vietata per qualche tempo nel XVI secolo.Fu una breve parentesi perché essa continuò ad essere consumata in grandi quantità mentre i caffe in Persia divennero luoghi in cui alcuni Mollah come Ghanun Shirazi  organizzarono discorsi pii e prediche per gli avventori mentre i letterati vi scrivevano le loro poesie.

Anche in Europa, dove il caffè  si diffuse a partire dagli Stati  balcanici, esso ebbe immediata popolarità raggiungendo Vienna e poi Londra e Parigi dove aprirono verso la fine del XVI secolo  i primi caffè  letterari.  Qui vennero  scritte opere letterarie, fondati movimenti artistici e progettate rivoluzioni politiche.

Oggi il caffe è la bevanda più consumata al mondo dopo l acqua e viene coltivata in tutta la fascia tropicale dal Centroamerica allo Yemen fino al Congo

Nel mondo arabo di oggi il caffè  è  ancora un luogo popolare di riunione per gli uomini mentre – almeno nelle classi popolari – è  tuttora ritenuto disdicevole per le donne sedervisi ( a meno che non siano turiste). Era una delle usanze che meno mi sembravano sensate  la prima volta che arrivai in Marocco visto che ringraziando l Altissimo anche noi donne abbiamo un cervello e sappiamo servircene.  Sarebbe bastato organizzare spazi separati come fanno a tutt’oggi in Iran per permettere anche alle donne di frequentarli senza essere molestate  poiché non ci si va per bere . Probabilmente desta irritazione la vista di una donna in un luogo tradizionalmente maschile. Eppure nell’ Iran di oggi ad esempio esistono caffè  e ristoranti aperti alle donne. Adesso nel mondo musulmano questa esclusione delle donne dai caffè va scomparendo anche grazie ai migranti (e alle migranti) che ritornano a casa con meno tradizione e più religione in testa .Ricordo che ad Istanbul invece, nel 2001, io e mio marito in cerca di un caffè ci sedemmo per sbaglio ad un tavolino all aperto in un luogo dove si servivano alcoolici ed i camerieri ridendo ci portarono un ottimo caffè turco. Ovviamente non ci eravamo accorti di dove stavamo perché  gli alcolici non si vedevano e non capivamo il turco.(DS)

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