01 – L’INTENZIONE

إنما الأعمال بالنيات، وإنما لكل امرئ ما نوى، فمن كانت هجرته إلى الله ورسوله، فهجرته إلى الله ورسوله، ومن كانت هجرته لدنيا يصيبها أو امرأة ينكحها، فهجرته إلى ما هاجر إليه[1].

Hadith 1

Questo hadith viene dal Principe dei credenti, Omar ibn al-Khattab; si tratta di un hadith ghareeb, e cioè viene narrato soltanto attraverso Omar, non ci sono altri Sahaba che l’hanno narrato.
Ho sentito dire al Profeta Mohammad ﷺ “innamā In verità (afferma quello che segue e nega qualunque altra cosa) – al a‘mālu le azioni – bil al nniyyāti sono secondo le intenzioni (secondo la sharìah sono le intenzioni con cui agiamo) – uā innamā e in verità – likulli per ciascuno – imriin per ogni persona – mānaua (verrà dato) ciò che viene inteso – faman perciò – Kānat per colui – hijratuhu che ha fatto la sua hijra – ilā Allahi ua Rasūlihi per compiacere Allah e il Suo Profeta – fahījratuhu Ilā Allah uā rasūlihi per questo avrà fatto la sua hjjra – uā man Kānat hijrātuhu liduniā – e colui che invece era orientato verso questa vita (dùnia) – iuṣibuhā aui imraātin iankihuhā – oppure per una donna, per sposarla.
Si fa qui l’esempio di un uomo che aveva fatto l’hijra per sposare una donna. Questo è un caso molto noto, narrato da Tabarāni. Questo uomo aveva fatto una proposta di matrimonio ad una donna di nome Umm Khaì, ma lei si rifiutò di sposarlo se non avesse fatto la migrazione. Lui lo fece, la sposò, e gli altri Sahaba erano noti riferirsi a questa persona come il migrante di Umm Khaì. Risulta qui evidente come la hijra sia una cosa dove l’intenzione è fondamentale, ma l’intenzione è fondamentale non soltanto per la hijra, ma per tutte le azioni dell’uomo. E qui si conclude: – fahijratuhu Ilā mā hājara ilāihi è emigrato verso ciò per cui è emigrato.
Ci sono alcune questioni legali che hanno a che fare con questo hadith, ed alcuni insegnamenti generali. Prima di tutto, l’intenzione, sulla base di questo hadith, diventa un fondamento della ‘ibādah, degli atti di culto. Nelle varie scuole giuridiche, sappiamo che l’intenzione è fondamentale per la maggioranza degli atti di culto, ma per alcune scuole, come ad esempio per gli Hanafi, ci sono atti di culto come ad esempio il wudù, per i quali l’intenzione è meglio ma non è obbligatoria, mentre invece per gli Shafai l’intenzione è fondamentale anche per il wudù.
Il secondo punto delle saggezze giuridiche che si trovano in questo hadith, è che il tempo, il momento giusto per esprimere l’intenzione è l’inizio dell’atto di culto. In quanto al luogo dell’intenzione, è il cuore; quindi è meglio esprimerlo con la voce (in alcune situazioni obbligatorio), ma il luogo in cui si deve originare è il cuore. Nel commentario al-Wafi si parla anche dell’obbligo della migrazione dalle terre al di fuori dell’Islam, per tutti i Musulmani che non sono in grado di manifestare la propria religione.
L’ultimo punto è un punto che dovrebbe farci molto riflettere: mentre è l’intenzione che qualifica l’azione, sia essa buona o cattiva, un’azione senza un’intenzione è solo polvere. Questo dicono gli autori citando al-Baydawi che diceva che le azioni non sono valide senza le intenzioni perché l’intenzione, senza l’azione, è qualcosa a cui viene dato un premio, o una punizione, mentre le azioni senza intenzioni sono appunto, solo polvere. Le azioni sono legate alle intenzioni nello stesso modo in cui gli spiriti sono legati ai corpi; un corpo non dura senza lo spirito, e lo spirito non si manifesta in questo mondo finché non si incarna in un corpo. E qui attenzione alle azioni vuote; le azioni vuote non sono le azioni che non sono ibādat. Un’altra cosa su cui riflettere è che c’è tutta una categoria di esercizi spirituali, che contraddice questo hadith. Negli ultimi anni si è diffusa molto quella che, utilizzando la parola inglese, viene chiamata mindfulness., Si tratta di uno stato di coscienza in cui siamo testimoni vigili e presenti dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e percezioni, momento per momento. Così come questa pratica viene fatta in Occidente, essa consiste nel diventare consapevoli di sé stessi, non dell’intenzione che c’è dietro l’azione, e quindi è totalmente inutile. Una mindfulness islamica è una piena consapevolezza della propria intenzione.

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